- I vantaggi di una caldaia a condensazione
- La caldaia a condensazione va bene per tutti gli appartamenti?
- Quanto costa una caldaia a condensazione?
- Usufruire degli incentivi fiscali
Che cos’è una caldaia a condensazione e come funziona
La caldaia a condensazione, in un certo senso, può essere considerata come l’evoluzione della tradizionale caldaia murale a gas, con il vantaggio di essere più efficiente.
Per ridurre al minimo i consumi, infatti, in una caldaia a condensazione si sfrutta anche il calore contenuto nei fumi di scarico, principalmente composti da vapore acqueo.
Se così non fosse, questa energia andrebbe persa. In una caldaia tradizionale questi fumi sono convogliati e dispersi dalla canna fumaria, mentre in una condensazione vengono fatti raffreddare e condensare, grazie alla presenza di un apposito scambiatore di calore.
Una volta condensati, si sfrutta la loro energia per preriscaldare l’acqua fredda, che quindi richiederà meno energia per essere portata alla temperatura di utilizzo. Il recupero del calore dei fumi costituisce circa l’11% dell’energia consumata, ottenendo un duplice risultato: il calore non viene disperso nell’atmosfera e non vengono consumate altre fonti di energia.
I vantaggi di una caldaia a condensazione
Una caldaia a condensazione è un’ottima alternativa alla caldaia a gas tradizionale, perché offre vantaggi interessanti e si presenta, in termini di dimensioni e ingombri, simile alle tradizionali caldaie murali.
Come già detto, innanzitutto permette un risparmio energetico notevole grazie al suo funzionamento efficiente. Le prestazioni vengono valutate in termini di rendimento considerando il potere calorifico superiore, che tiene conto della quantità di energia estraibile dal gas metano e dal calore latente.
Di media, i rendimenti delle tecnologie di condensazione disponibili vanno dal 105% al 109%. Quelli delle caldaie tradizionali sono attorno al 90%-93%. La variabile più importante riguarda la temperatura di funzionamento dell’impianto di riscaldamento, da cui segue la percentuale di rendimento e l’efficienza del sistema. Più è possibile mantenerla bassa, maggiore è il rendimento della caldaia. Facendo l’esempio di un impianto funzionante a 50 gradi e astraendo da altri fattori particolari, si può dire che una caldaia a condensazione permette un guadagno di efficienza che si aggira intorno al 15-17%. È necessario, tuttavia, considerare un’ampia serie di variabili legate al rendimento di un impianto basato su questa tecnologia: non è solo la caldaia in sé a fare la differenza, ma la qualità dell’involucro, nello specifico il sistema di isolamento che è stato inserito nel pacchetto strutturale, la fascia climatica in cui è collocato l’edificio, le modalità di gestione dell’impianto.
Le performance crescono ancor di più se la caldaia a condensazione è abbinata ad un impianto che lavora a bassa temperatura, ad esempio sotto i 50°. Un ulteriore vantaggio della caldaia a condensazione è la possibilità di dar vita ad un “sistema ampliabile”, ad esempio collegandola a impianti per la produzione di energia rinnovabile – per fare in modo che anche l’energia necessaria per la caldaia venga autoprodotta abbassando ulteriormente l’impatto del sistema di riscaldamento sull’ambiente – o per il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria, a pompe di calore, bollitori o anche sistemi per il controllo intelligente dell’impianto.
L’efficienza energetica della caldaia a condensazione, inoltre, è testimoniata dalla Certificazio ErP, secondo la direttiva 2009/125/CE, che definisce a livello europeo i requisiti di Eco Design, con lo scopo di migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti che, per funzionare, fanno uso di energia.
La caldaia a condensazione va bene per tutti gli appartamenti?
Anche se non esiste una regola generale sul sistema di riscaldamento adatto ad un appartamento piuttosto che a un altro, si può comunque dire che, in generale, la caldaia a condensazione è una valida scelta in qualsiasi appartamento.
Certamente sarà necessario valutare la potenza necessaria per riscaldare l’abitazione, in relazione alle dimensioni degli ambienti.
Detto ciò, è vero che, in alcune condizioni, la scelta risulta ancor più vantaggiosa. Infatti, anche se la caldaia a condensazione – che riscalda acqua – va benissimo anche con un sistema di distribuzione a radiatori, raggiunge il massimo dell’efficienza se abbinata a un impianto di riscaldamento radiante a pavimento, che lavora ad una temperatura di circa 30°.
Inoltre, non ci sono problemi o opere importanti da eseguire nemmeno nel caso non si tratti di un nuovo impianto, ma di una sostituzione di una caldaia tradizionale. Infatti, anche se la caldaia a condensazione richiede la predisposizione di una canalizzazione per la scaricare la condensa, i tubi sono di piccole dimensioni (5 mm) ed è semplice inserirli nelle normali canaline già presenti in casa, fino a un condotto di scarico.
Oltretutto, per agevolare l’installazione di questi impianti, il decreto legge 102/2014 ha introdotto la forma di scarico a parete, come alternativa al convoglio nei camini già esistenti. Nel caso si opti per la seconda opzione, è sufficiente predisporre dei tubi in PVC negli scarichi esistenti.
Sono soprattutto tre le tipologie di caldaie a condensazione disponibili sul mercato:
- Caldaie a condensazione a gas
- Caldaie a condensazione a gasolio
- Caldaie a condensazione gasolio/gas
La scelta dipende dalla condizione dell’involucro e da dove si trova.
Caldaia a condensazione: come si installa?
Non è necessario che una casa abbia particolari caratteristiche per permettere l’installazione, se si esclude la possibilità di ricavare un canale di scolo per l’acqua di condensa e quella di poter inserire nella canna fumaria già esistente dell’abitazione dei tubi in PVC o materiali simili attraverso cui far passare i fumi di combustione. Almeno il 90% delle abitazioni italiane hanno già queste caratteristiche e un buon installatore è in grado di eseguire le relative operazioni senza particolari problemi.
Quanto costa una caldaia a condensazione?
I prezzi di una caldaia a condensazione sono oggettivamente più alti rispetto a quelli della vecchia caldaia a gas perché incorporano una tecnologia più evoluta.
Il prezzo, tuttavia, può variare in funzione di alcuni criteri: la potenza della caldaia, il range su cui è possibile modularne la potenza, il grado di impermeabilizzazione (importante per l’impiego all’esterno), la capacità del vaso di espansione, il materiale e la costruzione dello scambiatore di calore e l’efficienza della caldaia stessa.
Una volta, tuttavia, sostenuta la spesa iniziale, ci sono diverse statistiche che rendono chiaro, grazie a cifre eloquenti, quanto convenga. Prendendo come riferimento una famiglia che abita in un edificio tradizionale, si registra, dopo l’inserimento della caldaia a condensazione per alimentare l’impianto di riscaldamento, un risparmio di 250-300 euro. In sostanza, a fronte di un investimento iniziale maggiore dovuto ai prezzi di acquisto della caldaia, si gode di un risparmio successivo, dato che si paga, fondamentalmente, il rendimento dell’impianto.
Usufruire degli incentivi fiscali
La Legge di bilancio 2020 ha prorogato per un altro anno le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni e per l’efficienza energetica, in percentuali che cambiano a seconda dell’intervento eseguito.
Per quanto riguarda le installazioni di caldaie a condensazione, queste rientrano nelle detrazioni fiscali Irpef per il risparmio energetico, in quanto si tratta di una spesa sostenuta per efficientare da un punto di vista energe tico la propria casa. La detrazione è del 50% se si installa o sostituisce l’impianto esistente con una caldaia a condensazione, ma sale al 65% nel caso in cui si installi contestualmente un sistema di termoregolazione evoluto, che migliora la gestione dell’impianto.
Fonte:infobuild energia